MEDITAZIONE

Può un’intensa e sconosciuta emozione

favorire una naturale meditazione?

Sì, sicuramente,

al pari d’una profonda, fisica, sensazione!

 

Aspetti, questi,

da tenere assolutamente in considerazione

prima d’avventurarsi nell’estenuante ricerca

dell’assoluta concentrazione

 

PERCHÉ MEDITARE?

… <<Perché dobbiamo affaticarci prima a concentrarci e poi a meditare? A questa domanda si deve rispondere in molti modi diversi, perché vi sono tante risposte quante sono le diverse ragioni che ci motivano. Uno può cercare il potere; un altro la pace od il sollievo da una tensione interna; un terzo cercherà l’amore o una più elevata creatività. Tutti i motivi sono validi, perché, in definitiva, tutti possono essere considerati come aspetti di un superiore risultato. La meditazione risulta infatti nell’acquisto di un potere spirituale, in pace e gioia, e in un accrescimento della capacità dell’Io di esprimersi in amore e genialità. Il primo motivo è dunque quello di scoprire e capire se stessi. Se sono cristiano, la meditazione è il mezzo ideale per scoprire il Cristo in Me, o di portare alla nascita, nella mia anima, il Cristo bambino. Se sono hindù con questo mezzo seguirò il classico sentiero per divenire cosciente dell’Atman, l’Io Universale, e della sua essenziale identità con Brahman; e la pratica della meditazione mi aiuterà, se sono buddhista, a trovare la via per divenire consapevole della natura del Buddha, la Sapienza Trascendentale, l’essenza della mente che è intrinsecamente pura. Vi sono varie vie per cui questo viaggio di scoperta può essere condotto, ma la concentrazione e la meditazione devono essere considerate nella categoria dei metodi maggiori>> …

Fonte: Israel Regardie, “Teoria e pratica della magia”. © 1983 Hermes edizioni (pag. 105-106)

… dopo, chiaramente, quello che avviene naturalmente

quando neppure si sa d’avere una mente

e malgrado ciò si arriva a scoprire il trascendente …

È infatti sufficiente seguire i consigli del cuore

per raggiungere l’estasi della preghiera interiore

SENZA FINE

… <<Era un mistero. La prima volta ti scuote nel profondo di te stesso, scardina le tue fondamenta, le radici. Dopo questa esperienza non puoi più essere lo stesso: ti porta una nuova visione della vita, una qualità diversa. Verso mezzanotte gli occhi si aprirono all’improvviso. Io non li aprii, il sonno fu rotto da qualcos’altro. Intorno a me, nella stanza, sentii una presenza imponente, una pulsazione di Vita, una vibrazione assordante simile ad un uragano: una tempesta incredibile di Luce, di gioia e di estasi. Ero sommerso: era così reale che ogni altra cosa divenne irreale: i muri della stanza, la casa, il mio stesso corpo.  Ogni cosa era divenuta irreale perché in quell’istante, per la prima volta, il Reale era presente. Quella notte un’altra realtà spalancò la porta, un’altra dimensione divenne accessibile. All’improvviso “Lui” era presente: chiamalo Dio, la Verità, il Dhamma, il Tao o come meglio credi … era senza nome … ma era presente! Uscii fuori all’aperto, sentivo la necessità di essere semplicemente sotto il cielo, con le stelle, gli alberi, la terra, essere in simbiosi con la Natura. Ma anche il cielo era troppo piccolo per contenere un fenomeno simile. Però mi sentivo più a mio agio. M’incamminai verso il giardino più vicino. Era una camminata totalmente diversa, quasi mi libravo nell’aria. Era come se fossi in assenza di gravità, senza peso, come se una forza mi trasportasse: ero nelle mani di un’altra energia. Per la prima volta non ero solo, per la prima volta la goccia era cosciente dell’intero oceano, come se quest’ultimo si fosse riversato improvvisamente in essa. Lui era lì – Tu lo chiami Dio – Dio era presente. Preferirei chiamarlo “Lui”, perché Dio è solo una parola ed è stata logorata dal troppo uso, perciò lasciate che lo chiami Lui. Lui era presente ed io ero semplicemente trasportato … da un’onda di travolgente energia. Rimasi fuori di casa per circa tre ore ma quelle tre ore mi erano sembrate l’Eternità. Nell’altra dimensione non c’è tempo, era la realtà vergine, incorrotta, intatta incommensurabile. Quella notte è successo qualcosa d’indimenticabile, che continua, ma non come ripetizione. D’allora non sono più lo stesso, sono divenuto potente ed allo stesso tempo fragile. La forza non è quella di una roccia, è più quella di una rosa, così fragile, tenue, sensibile, delicata. La roccia resiste, la rosa può scomparire in ogni momento. Tuttavia, il fiore è più forte della roccia, perché molto più vivo, più profumato. Oppure la puoi paragonare alla forza di una goccia di rugiada su una foglia d’erba, risplendente in tutta la sua semplicità, al Sole dell’alba: splendida, meravigliosa, preziosa … eppure ad ogni istante può scivolare via. Incomparabile nella sua grazia, ma in un attimo può levarsi una lieve brezza ed ecco che la goccia di rugiada può scivolar via e perdersi per sempre. Ho iniziato a chiedermi chi fossi, cosa fossi, dato che ciò che mi è accaduto è emerso da dentro. Nulla veniva dall’esterno. Ho quindi cercato d’ambientarmi al mio nuovo Essere ma senza riuscirci, perché in continuo mutamento: questo è l’infinito viaggio della “conoscenza del Sé”: non ha principio ed È … senza fine …>>

Fonte: Osho, “I Maestri raccontano”. © 2008 Mondadori – I Ed. Oscar spiritualità (pag. 203-206, stralcio)