FIORI

 

Nessuno ne ha l’effettiva certezza …

eppure ciascuno, inconsapevolmente,

in questo stesso istante

sta accrescendo la propria consapevolezza.

Un processo graduale

che inevitabilmente conduce alla splendente purezza …

come quella dei fiori che, improvvisamente,

si rivelano al mondo in tutta la loro straordinaria bellezza …

 

 Da essi possiamo trarre un grande insegnamento

poiché loro non pensano affatto al raggiungimento

di quella meravigliosa elevatezza …

che pure accade … con estrema naturalezza …

 

Così è per l’umanità che attraverso la reincarnazione

prosegue nel suo lungo viaggio verso la perfezione

 

Lo so … c’è chi ancora non crede …

che ciò possa essere vero

perché segue una fede …

legata ad una diversa religione …

ma questa, pur essendo una semplice supposizione

trova corrispondenza in più d’una tradizione …

poiché, probabilmente, si presta ad un’attenta riflessione,

specialmente da parte di chi, personalmente,

ha fatto un passo avanti nell’evoluzione …

e che ora, sbalordito, osserva attentamente la natura

ed in modo particolare un fiore …

che muore … e poi rivive … senza nulla sapere …

né della paura né dell’amore …

 

 

HO LETTO e riporto fedel-mente … (?!) 

La reincarnazione è il progresso che l’anima compie attraverso molte vite sul piano terrestre, come fossero tante classi di una scuola, prima di “laurearsi” nella perfezione immortale dell’unità con Dio. Le anime che vivono in uno stato d’imperfezione (inconsapevoli della loro divina identità) non entrerebbero, dopo la morte del corpo fisico, automaticamente, in uno stato di realizzazione. Noi siamo fatti a immagine di Dio, in quanto emanazioni del Suo Amore, ma a causa della caduta nell’incoscienza dell’io saremmo divenuti, per nostra scelta, prigionieri del “Samsara. Il nostro compito sarebbe quindi quello di liberarci di questa imperfetta coscienza umana di mortalità, prima di poter tornare ad Essere dèi …

BUONI E CATTIVI

Si sente spesso parlare dell’importanza d’essere buoni. Ma se fosse vero che, alla morte, andiamo tutti in paradiso a cosa servirebbe? Se alla fine della nostra vita la ricompensa è la medesima per tutti, perché non essere avidi ed egoisti, dato che, almeno apparentemente, la via del male è spesso la più facile e remunerativa? Quale sarebbe lo scopo di emulare le vite dei grandi santi se, alla morte, noi tutti, buoni e cattivi, diventassimo angeli? D’altra parte, se Dio, nel Suo piano, avesse deciso che noi tutti si debba andare all’inferno, non servirebbe ugualmente a niente preoccuparsi del nostro comportamento in questa vita. Che valore avrebbe, dunque, controllare le nostre azioni? Si può credere o no alla legge della reincarnazione, ma se questa vita fosse inizio e fine dell’umana esistenza, sarebbe impossibile conciliare le ineguaglianze con la divina provvidenza. Perché un bambino nasce in una famiglia ricca, mentre un altro arriva in una casa colpita dalla miseria? Solo per morire di fame? Perché una persona ha abbastanza salute da vivere cent’anni, mentre un’altra è sempre malata? Perché gli Eschimesi nascono nel freddo Nord e altri popoli in climi moderati, dove la lotta per la sopravvivenza è meno dura? Perché alcuni bimbi nascono ciechi, o morti? Perché? Perché? Perché? Se voi foste Dio, fareste cose così ingiuste? Pura incoscienza! Secondo la legge di causa effetto ogni azione crea una reazione della stessa misura. Perciò ogni cosa che ci accade nel presente deve essere il risultato di qualcosa che abbiamo fatto in precedenza. Se in questa vita non c’è niente che possa giustificare le presenti circostanze, è “conclusione inevitabile” che la causa di tali circostanze sia stata messa in moto in qualche tempo precedente, ossia in qualche esistenza umana passata. I nostri stati d’animo preponderanti e le nostre più spiccate tendenze di carattere non hanno avuto inizio con questa nascita, ma si sono radicati nella coscienza già molto tempo prima. Così possiamo capire, e giustificare, perché alcune persone esprimono sin dalla prima infanzia determinati talenti, o “debolezze” …

GESÙ, AVATAR, E REINCARNAZIONE

A questo punto si può anche ipotizzare che, qualora sia effettivamente esistito, la vita di Gesù, detto il Cristo, possa essere stato il risultato di incarnazioni precedenti in cui egli aveva potuto sviluppare il dominio sul proprio “io”. Egli poté diventare un avatar, una divina incarnazione, facilitato dall’essere nato già equilibrato? Il suo esempio (quello dell’amore verso il prossimo), in questo senso, darebbe al resto dell’umanità, che naviga nell’incoscienza, una precisa speranza. Se Dio ci avesse mandato degli angeli per istruirci, IO direi: “Signore, perché non mi hai creato angelo? Come posso emulare degli esseri che sono stati creati perfetti e che non hanno avuto l’esperienza delle prove e delle tentazioni che Tu hai dato a me?”. Noi abbiamo bisogno di avere, per ideale, un essere che sia essenzialmente simile a noi altrimenti ci demoralizziamo, ed in questo la religione, con i presunti miracoli … certo non ci da una mano. Anche Gesù dovette affrontare delle tentazioni. “Vattene Satana” egli disse (e qui si allude, probabilmente, all’intenzione di scacciare l’ “ego”?). E vinse … con la morte sulla croce … (la morte dell’io cui segue la rinascita spirituale, la resurrezione su un altro piano di coscienza, quella Cristica, appunto). “Cristo” viene ai suoi devoti in visione e nella carne, umano, come NOI! Gesù, come personalità individuale, può così morire e reincarnarsi più e più volte, in corpi sempre nuovi diversi da quello immaginato … per raggiungere, anch’Egli, sempre più elevati piani di coscienza. Chi ha una sviluppata intuizione, può sentire interiormente, la corrispondenza a tale verità, già nel proprio livello di coscienza. Perciò, se s’è liberato Gesù, dalla ruota del karma, perché non dovresti riuscirci pure TU? Ognuno di NOI può diventare un “Cristo”, un “Krisna”, un “Buddha”, sono tutti sinonimi dello stesso livello di coscienza, adottati da popolazioni di culture diverse che delle altre ignoravano l’esistenza. Occorre semplicemente essere preparati a rinunciare a tutto (lasciar morire l’ego) per raggiungere la comunione con la divinità interiore. Lui, l’ego, ci metterà alla prova continuamente, teniamolo bene a mente. Se dovessimo decidere di lavorare per ottenere la “Coscienza Cristica” raggiunta da Gesù, dovremmo essere pure consapevoli che essa accadrebbe inaspettatamente, naturalmente, raggiunto il giusto livello di maturità. È qui opportuno considerare che D-io non elargisce grandi poteri spirituali ai devoti finché questi non Gli dimostrano d’aver sconfitto le loro debolezze umane. Altrimenti, innocente-mente, come ogni ingenuo bambino, ciascuno di noi potrebbe far del male ai propri simili, specialmente se quelle piccole anime, inconsapevolmente, sono state portate a credere d’aver bisogno, per la prosecuzione del loro viaggio, di intermediari del divino. Da qui la metafora di Gesù che scelse di morire pur essendo D-io e che descrisse la sua agonia nell’Orto degli Ulivi, affermando: “Padre, non la mia volontà sia fatta, ma la Tua” (Luca,22,42) e sulla croce: “Padre, perdona loro, perché non sanno quel che fanno” (Luca, 23,34). In quelle ultime prove egli dimostrò di avere totalmente vinto tutti gli impulsi dell’ego.

TUTTI I GRANDI “AVATAR” RITORNERANNO

Ogni “avatar” venuto sulla terra ha contribuito all’esaudimento del desiderio di Dio per l’elevazione spirituale di tutte le Sue meravigliose creature. Queste “Grandi Anime”, liberatesi della prigionia dell’ego ed espresso il loro compassionevole Amore verso se stesse ed il prossimo, sono state in grado d’ispirare, in un certo numero di anime pronte a quel salto di coscienza, la verità circa l’obsolescenza degli insegnamenti impartiti nei secoli passati, sicuramente non più adatti alla realtà contingente. Essi probabilmente torneranno, per affiancare i loro “discepoli”, cioè coloro i quali hanno raccolto il loro messaggio, scegliendo d’essere a loro volta testimoni, attraverso l’esempio, della bellezza della “nuova verità”. Gesù ne ebbe dodici, ma oggi, grazie ad Internet, è facile averne milioni sparsi nel mondo. Ognuno di questi, presto o tardi, diverrà a sua volta un Maestro spirituale, universale, cioè colui il quale, essendosi riconnesso al proprio Sé (il D-IO interiore) sente il “dovere morale” di diffondere questo preciso messaggio. Nessuno si risveglierà (resuscitando dalla morte dell’ego) seguendo lo stesso cammino (inteso come stile di vita) di qualsiasi altro “avatar” vissuto in precedenza o contemporaneamente a se stesso. Ogni maestro (di se stesso) sa perfettamente che dopo di lui seguiranno altri maestri, il cui livello di consapevolezza, sarà in grado di far risplendere sempre di più l’infinita bellezza. È la metafora di Giovanni che disse di non essere degno di legare neppure i lacci dei sandali a colui il quale l’avrebbe seguito. Grandi anime s’incarneranno in un “futuro” sempre più splendente (“futuro” tra virgolette, poiché tutto accade nell’eterno presente, indiscutibilmente …), anche se ancora non lo concepisce la piccola mente … (“piccolo io” o “sé inferiore”). Esse (le anime splendenti, illuminate, risvegliate, ascese, resuscitate …) torneranno … (ma difficilmente saranno riconosciute …) e porteranno una sempre “superiore conoscenza” (l’Amore compassionevole) … per aiutare le legioni di fratelli in questo mondo che arrancano nella melma dell’illusione e della sofferenza. Preparatevi, anime, per raggiungere il regno dei cieli … che è sempre esistito … al di là dei soliti, sottilissimi, veli …>>

 

Chi è l’autore di questo testo?

Ho come la sensazione,

ma forse è più una precisa intuizione,

 che TU che hai letto attenta-mente …

giungerai a comprenderlo molto presto,

grazie ad una meravigliosa rivelazione,

totalmente ignota alla mente …

 😀