REGNO

 

Io so … circa la verità …

assai di più … di quel che vi ho esposto:

le cose che ho esposto sono poche.

E perché, o monaci, io non ve le ho esposte?

Perché esse, al vostro viaggio,

non arrecherebbero nessun vantaggio …

dal momento che non promuovono,

della vita, la santità …

anche conosciuta col nome di illuminazione …

Di chi sono queste parole?

D’un uomo che avrebbe raggiunto, dicono,

la completa liberazione …

della quale, ammette, non è possibile dare

un’univoca definizione …

 

<<E perché non si può?>>

Perché tante sono le vie …

che inconsapevolmente seguono le persone,

praticamente UNA …

per ogni componente di questa umanità

che, individualmente, giungerà alla propria verità …

 

L’estinzione (usando ancora le sue parole)

è solo una sensazione …

della beatitudine che si prova raggiungendo quella libertà …

dato che essa, essendo, interiore …

è caratterizzata da una soggettiva specificità,

scaturente dall’immaginazione

di chi crede d’essere approdato,

attraverso il proprio pensiero,

nella magnificenza dell’aldilà …

 

NIRVANA

… <<Il Buddha non definisce precisamente questo momento, preoccupato più d’insegnare il modo per porre fine al dolore attuale: il Nirvana è al di là di esso, cessazione della legge di causalità che regola il ciclo delle nascite. Per la scuola del Piccolo Veicolo dunque il Nirvana è l’antitesi del Samsara (ruota delle nascite e delle morti) e come tale sfugge ad ogni definizione. Invece altre scuole buddhiste lo hanno connotato in senso positivo come stato di pace totale e di gioia assoluta, verità ultima che solo gli illuminati scorgono; per il buddhismo Mahayana si parla quasi di un paradiso vero e proprio, luogo di beatitudine e di esaudimento di ogni desiderio (?! n.d.r. ). Tutte queste possibili delineazioni del Nirvana sono accettabili dal momento che una sua definizione in senso positivo è difficile: il termine significa propriamente “estinzione” e, quindi, un primo livello di caratterizzazione è mediante asserzioni negative: cessazione del dolore, fine dell’avidità, dell’odio e della follia. Ma d’altra parte esso non è un annientamento assoluto (ed il buddhismo non può essere considerato un nichilismo), ma un regno di pace. Il nirvana è beatitudine, afferma Sariputta, uno dei due principali discepoli del Buddha, in cui non c’è più sensazione, ma solo libertà interiore. Collegata con quanto detto è la cosmologia buddhista, che è caratterizzata dal senso dell’enorme grandezza degli spazi e dei tempi. Essa prende le mosse da un corso ciclico della storia del mondo, che riflette in qualche modo su scala cosmica il ciclo delle nascite individuali. Una dottrina teoreticamente semplice ed un profondo senso etico rappresentano, quindi, il nucleo del buddhismo. Da qui la caratteristica di questa religione di essere una dottrina/non dottrina, un insegnamento del non insegnamento (Arena, 1992). Teorie e dottrine sono dunque inutili ai fini dell’illuminazione e il Buddha(l’illuminato) è “libero dalle opinioni” (ditthi).

Fonte: Francesca Brezzi, “Dizionario delle religioni”. © 1997 Editori riuniti, pag. 27-29, stralcio

Egli, l’illuminato,

nel momento stesso in cui nel cielo s’è elevato …

s’è risvegliato

dal lungo sonno dell’inconsapevolezza,

ed ha scorto, intorno a Sé … l’immensa bellezza …

 

Nello stesso istante ha pure intuito

che la soluzione per raggiungere la liberazione …

è liberarsi d’ogni illusione …

… prima fra tutte la religione …

così da evitare di perdere la ragione …

e, con la dovuta accortezza …

procedere oltre nell’evoluzione …