SACERDOTE

 

Ogni anima

che riesce ad andare oltre la propria realtà

 ha buone probabilità di riconoscere la verità,

relativa a quell’interiore cambiamento

che inizia con la personale rivelazione

per concludersi con l’abbandono

d’ogni attaccamento …

Costei, personalmente appurerà,

attraverso la risvegliata coscienza,

che la santità è una prerogativa di tutta l’umanità

e che, al di là del sesso di appartenenza,

 è sacerdotedel Signore …

chiunque a Lui offre la propria lode

ringraziandoLo per avergli concesso

di sperimentare il Vero Amore …

 

RELIGIO

Quando IO parlo di “religio” intendo il ritorno dell’uomo alla sua origine prima, cioè prima della “cacciata dal paradiso”, corrispondente, per la risvegliata mente, alla “caduta” dall’unità alla dualità, dall’essere androgino all’uomo/donna che cerca se stesso/a attraverso l’altra metà, al solo fine di ritrovare l’equilibrio perduto (la trinità). E lo fa gioiosa-mente, mentre fa pure l’esperienza della propria individualità, “soffrendo” di nostalgia a causa della smarrita felicità, che cerca, invano, di raggiungere attraverso la sessualità, l’atto che più di tutti si avvicina alla divinità, in quanto strumento attraverso cui è stata generata l’umanità.

… <<Se trasferiamo l’esperienza della sessualità sul piano spirituale, è evidente che la nostalgia umana di costante felicità può essere placata solo dal ritorno all’unità dalla quale siamo venuti. Questa fusione definitiva della propria, piccola, limitata, coscienza personale, con la grande, infinita coscienza cosmica viene descritta in tutti i sistemi religiosi ed esoterici come fine ultimo, e le definizioni e le immagini sono tante: le “nozze chimiche” dell’alchimista, la “conjunctio oppositorum”, la “Unio mystica”, il “matrimonio mistico”, l’illuminazionee così via. Tutte queste immagini e definizioni vogliono dire la stessa cosa: il ritorno alla divina unità. Questo processo è però inseparabile dal compito dell’io. Fintanto che l’uomo rafforza la sua egoità, cementa la polarità (dualità). Finché c’è un “io” c’è anche qualcosa che è “non-io”. Ogni “io voglio” innalza il muro che  separa l’uomo dall’unità. Per questo tutte le religioni insegnano all’uomo ad amare il prossimo, perché soltanto l’Amore è capace di superare l’egocentrismo. Se ho citato spesso la Bibbia, è perché per la nostra cultura e la nostra educazione il suo patrimonio dottrinale è quello a noi più vicino. Tuttavia tutte le religioni insegnano la stessa cosa – UNA verità. Chi crede che le religioni di questo mondo si distinguano una dall’altra, si limita a considerare l’aspetto esteriore. Bisogna darsi la pena di guardare più a fondo e allora ci accorgeremo che si tratta sempre dello stesso contenuto. Questo vale per le religioni, non per le chiese. Queste, infatti, sono opera dell’uomo e di conseguenza imperfette e suscettibili d’errore come tutto ciò che è umano. Il sacerdote, in ultima analisi, non è il prodotto di una carriera professionale, ma il risultato della consacrazione ai misteri della condizione umana. Egli diviene allora “pontefice”, ovvero colui il quale costruisce il ponte che porta l’uomo verso la sua origine prima.>> …

 (Fonte: Thorwald Dethlefsen, “Il destino come scelta”. © Ed. Mediterranee, ristampa aprile 2008. Pag. 138 – 146)

Daniele, sullo specifico argomento …

ha manifestato dubbi sulla seguente frase:

<<Ogni “io voglio” innalza il muro che  separa l’uomo dall’unità …>>

perciò, siccome nulla è superfluo se aggiunto a chiarimento …

(dalle pagina n. 102 e 103 dello stesso libro)

… <<Così si esprime Crowly: “Ogni persona deve essere come una stella e seguire la sua orbita”. Una stella è libera, fintanto che segue la sua orbita. La sua mancanza di libertà comincia quando abbandona l’orbita. Anche l’uomo possiede un’orbita che deve seguire nel cosmo: questa orbita però deve conoscerla, altrimenti avverte l’attrito del percorso sbagliato. Noi non diamo il predominio né all’attività né alla passività: solo tutt’è due insieme formano il ritmo. Prima l’uomo deve mettersi in silenzio ed ascoltare, per imparare a conoscere la sua orbita, in seguito però deve seguirla attivamente. Questa attività deriverà dalla fiducia, non dal predominio dell’ego, non dal concetto: “Io lo voglio, quindi lo faccio”. L’uomo raggiunge la sua massima libertà quando può pronunciare le parole: “Lo faccio poiché ritengo giusto uniformarmi alla SUA volontà”. Ne consegue che, logicamente, la via che conduce alla libertà passa attraverso l’osservanza delle leggi superiori, che sono:

  1. Conosci te sesso (il microcosmo)!
  2. Conosci le leggi di questo universo (il macrocosmo)!
  3. Riconosci che le leggi sono buone (in armonia)!
  4. Sottoponiti volontariamente e completamente alle leggi che hai riconosciuto buone!

Chi compie questi passi raggiunge automaticamente la quintessenza che significa: libertà. Chi si pone liberamente nei limiti della legge, diviene legge lui stesso, e allora non c’è più nulla che possa bloccarlo.>> …