UN CONCETTO

 

Forse non l’ho ancora detto …

ma “dio”, per Me, è solo un concetto …

 

Un’idea, un’espressione,

l’idealizzazione …

della meravigliosa esperienza

che hanno fatto alcune persone

le quali hanno sperimentato personalmente …

la compassione

 

Un tentativo, fallito miseramente,

che ha messo in opera certa gente …

per dare un senso logico

a quei fatti che accadono, incredibilmente,

ma che non possono essere interpretati

attraverso l’inconsapevole mente …

 

Ecco come, probabilmente,

pur nel trasporto d’una vera emozione,

nasce ogni religione

 

“NON È LA LUNA”

 …<<I termini e i concetti che si riferiscono ai fenomeni collegati all’esperienza psichica e mentale si sviluppano e crescono – o si deteriorano – con la persona alla cui esperienza si riferiscono: si trasformano ed hanno vita nella stessa misura. Permanenza e cambiamento esistono simultaneamente in ogni essere umano, per cui essi si trovano in ogni concetto che rifletta l’esperienza di un essere vivente. Tuttavia se i concetti abbiano un’esistenza propria e si sviluppino, si può capire soltanto quando non vengono separati dall’esperienza che esprimono. Se il concetto diventa alienato – cioè si separa dall’esperienza alla quale si riferisce – perde la sua realtà e si trasforma in un prodotto artificiale della mente umana. Si crea così la finzione, per cui chiunque si serva del concetto si riferisce al substrato di esperienza che sta alla sua base. Una volta che questo accade – e questo processo di alienazione dei concetti è la regola e non l’eccezione (nasce la religione n.d.r.) – il concetto che esprime un’esperienza si è trasformato in un’ideologia che usurpa il posto della realtà sottostante dell’essere umano vivente. La storia allora diventa una storia di ideologie piuttosto che la storia del concreto, di uomini reali creatori dei loro concetti. Le precedenti considerazioni sono importanti se si vuole capire il concetto di Dio. Io credo che il concetto di Dio sia stato un’espressione storicamente condizionata di un’esperienza interiore. Posso capire quello che la Bibbia o le persone sinceramente religiose vogliono dire quando parlano di Dio, ma non condivido il loro pensiero. “Dio” è una delle numerosissime espressioni poetiche dell’umanesimo di più alto valore, non una realtà in se stesso. È inevitabile tuttavia che, parlando del pensiero di un sistema monoteistico, io mi serva spesso del termine “Dio”, senza aggiungere ogni volta la mia riserva personale. Per cui voglio chiarire la mia posizione fin dall’inizio. Se potessi definirla approssimativamente, direi che si tratta di un misticismo non-teistico. A quale realtà dell’esperienza umana si riferisce il concetto di Dio? Il Dio di Abramo è lo stesso Dio di Mosè, di Isaia, di Maimonide, di <meister Eckhart, di Spinoza? E se non è lo stesso, esiste comunque un substrato esperienziale comune al concetto adoperato da questi vari uomini, o può darsi che sebbene questa base comune esista per alcuni, non esista per altri? Che sia così facile che un’idea – espressione concettuale di un’esperienza umana – si trasformi in un’ideologia, si spiega non soltanto con la paura dell’uomo di compromettersi fino in fondo nell’esperienza, ma anche con la natura stessa del rapporto fra esperienza e idea (concettualizzazione).

Un concetto non può mai esprimere,

in modo adeguato,

l’esperienza cui si riferisce:

la indica, ma non È.

 

Come dicono i buddhisti Zen,

è “il dito che indica la luna”

non è la Luna.>> …

 

(Fonte: Erich Fromm, “VOI SARETE come DEI”. © 1970, Casa Ed. Astrolabio, pag. 16-17)

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