DEVOZIONE

 

Sul tema della devozione,

considerato che ancora non esiste, per il pensiero,

la possibilità di ricorrere alla clonazione …

ogni individuo matura, sulla divinità, una propria visione …

 

Certo, sono tante le anime che preferiscono credere,

anziché sperimentare personalmente,

ma ciò, probabilmente,

perché hanno imparato ad obbedire cieca-mente …

 

Poi ce ne sono molte, in numero sempre crescente,

che addirittura rivelano, sincera-mente,

d’aver avuto un contatto col trascendente …

(la cosa strabiliante è che, al ritorno …

 ciascuna lo racconta in modo differente!)

 

Queste si riconoscono facil-mente,

perché alla fede preferiscono la riflessione,

convinte come “Sono”, che chi crede …

debba ancora sperimentare l’abreazione …

 

Per ultime ci sono quelle che tra le precedenti categorie

si posizionano esattamente a metà,

sono loro, probabilmente, le più equilibrate,

poiché da un punto di vista equidistante

osservano, serena-mente, i due opposti della dualità!

 

<<E i guru? I capi d’ogni religione?>>

In questo momento si danno un gran da fare,

per accompagnare il loro gregge

nell’infinito terreno della spiritualità”,

senza però riuscire a tenere il passo della travolgente evoluzione

che sta interessando l’intera umanità …

L’EDUCATORE

Colui il quale riuscisse a fare “il bene” rifiutando di fare “il male”, senza però assumersi la responsabilità d’un compito che soddisfi se stesso, sarebbe probabilmente prigioniero d’una morale che dipende dall’osservanza del precetto di non nuocere al prossimo. Chiunque volesse erigersi al rango di  educatore, limitandosi esclusivamente alla propria integrità morale, rimarrebbe inconsapevolmente in disparte rispetto al male commesso da altri, “peccando”, perciò, d’indifferenza. E di questo dovrebbe poi rendere conto alla propria coscienza, che, come noto, è qui per arricchire se stessa, mediante l’esperienza. La variazione tra il fare ed il non fare agli altri ciò che si desidera per sé, pur apparendo minima a livello concettuale, è invece abissale sul piano dell’agire. Essa racchiude il significato di cura e misericordia. L’immagine dell’uomo “giusto” non può essere quella di un eroe che combatte una battaglia infinita contro i soprusi. In tal caso sarebbe come un don Chisciotte in perenne lotta contro i mulini a vento. È caricaturale pensare ad una figura che combatta dal mattino alla sera per tutti i diritti umani, contro le disuguaglianze, le dittature e le storture … poiché costui, comunque, non riuscirebbe mai a mettere la parola fine ai “mali” del mondo; anzi, apparirebbe, assolutamente ridicolo agli occhi della gente. Chi non penserebbe, infatti, a quella persona come a colui il cui unico fine è quello di apparire migliore di altri? Un individuo “perbene” che ama impartire lezioni al prossimo (considerato ingiusto), solamente per potersi erigere su di un piedistallo da cui giudicare “libera-mente”, rafforzando ancor più il proprio ego. Un pavone alla ricerca dell’acclamazioneun narciso immerso nella propria illusioneChiara-mente, una finta realtà da cui è difficile uscire, se non mediante un’interiore rivoluzione. Una possibilità, quest’ultima, alla portata di tutti, perché un gesto di solidarietà e di coraggio, così come una totale ammissione d’impotenza, con conseguente, sincero, abbandono d’ogni resistenza, possono improvvisamente illuminare l’esistenza. Una Luce in grado d’infondere speranza, che in un solo istante conduce oltre l’oscurità, rappresentata dalla superata distinzione tra “bene” “e” “male” (polarità). Per riuscirci occorre anche essere consapevoli che bisogna passare per le continue morti e rinascite dell’ “io” (non allo scopo, però, di diventare “santi”, “buoni” o “giusti”) quando se ne presenta l’occasione. Episodi “cruciali” della nostra vita (differenti per ciascun individuo), che si ripetono all’infinito se non si opera la scelta appropriata, cioè quella che possa consentire il proseguimento del cammino dell’esistenzaosservando il Tutto da un piano più elevato di coscienza …

 (Riflessione ispirata

dalla lettura del libro di Gabriele Nissim,

La bontà insensata”)

Informazioni su L'amico Mauro

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