Ora, finalmente,
lo posso affermare con fermezza,
fino a rasentare la presunzione,
poiché personalmente
ho sperimentato quell’emozione:
❤
è la strada a ritroso che ciascuno percorre
per tornare al puro stato di consapevolezza!
Chiunque la può raggiungere in un sol momento,
quando … intrepida-mente … sceglie d’andare
oltre il martellante condizionamento
cui s’è sottoposto inconsapevolmente
e che lo ha costretto a desiderare
un apparente, difficoltoso, cambiamento …
Solo allora costui ricorderà … perché …
quel fantastico giorno,
è sceso su questo meraviglioso pianeta,
che dolcemente lo ha stretto a Sé
offrendogli l’ospitale soggiorno …
Probabilmente … è stato per fare l’esperienza
necessaria ad arricchire, elevandola,
fino al punto di ritorno …
all’iniziale, meravigliosa, Essenza …
Questa è la verità che chiunque comprenderà
quando, con infinita pazienza, si libererà dell’egoità
che lo imprigionava nella paura e nella sofferenza,
ritrovando, nell’indomabile spirito d’avventura,
la Sua gloriosa, Unitaria, presenza …
IRREALTÀ e DISTACCO
… <<Il buddhismo nasce nell’ambito della religione tradizionale dell’India, come reazione ad una mitologia diventata straripante ed alla superstizione ritualistica. È perciò sostanzialmente corretto, al di là delle ovvie differenze, considerarlo una riforma filosofica che in un certo modo invera il brahmanesimo, ripristinandolo nella sua autenticità. Il buddhismo ha infatti in comune con il brahmanesimo il primato della conoscenza, che è distacco, con la conseguente rimozione di ogni attaccamento. Dal distacco proviene l’esperienza del vuoto e la comprensione dell’ego come irrealtà, prodotto mentale che genera ottenebramento e sofferenza. L’origine della sofferenza è infatti quel pensiero dell’ “io” e del “mio” che si elimina togliendo l’illusione della sussistenza autonoma degli esseri, con il conseguente dualismo. Di fronte alla malizia dell’egoità, che continuamente risorge, il buddhismo insegna soprattutto il “retto rammemoramento”, ovvero a vigilare su se stessi, svuotando costantemente la mente per non perdere la piena chiarezza. Questo vigilare e vegliare su se stessi è anche un risvegliarsi, un’illuminazione, un passare dall’oscurità alla luce: dove si fa il vuoto, là giunge infatti subito la luce. Frutto di questa luce presente è anche quel distacco dalle affermazioni del divino (e, in parallelo, dalle sue negazioni), che impedisce le fantasie teologiche. Perciò il buddhismo autentico non è affatto ateo, come talvolta si dice, ma il suo apofatismo estremo porta al distacco anche dalle religioni.>> …
(Fonte: Marco Vannini, “Oltre il cristianesimo”. © 2013 Bompiani, pag. 173-174)
No, non mi do per vinto …
al di là di questa realtà
esiste sicura-mente un’altra verità …
ne sono sempre più …
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🙂
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