In questi giorni
se ne è fatto un gran parlare
tanto che sono molti
coloro i quali,
inconsapevolmente,
continuano ad ascoltare
chi, finalmente,
sembra aver individuato
Sorprendente!
Verrebbe quasi da gridare …
poiché tanta gente,
che non sa proprio cosa fare
aspetta che qualcuno,
finalmente,
lo riesca ad estirpare …
Cosa ne penso IO?
Ci vorrebbe “una” trasformativa
esperienza personale
che, individualmente,
ci possa far ritornare
FALSITÀ
… <<L’evidenza della falsità del mondo che noi creiamo e l’inutilità degli sforzi, per quanto strenui, che facciamo per renderlo reale si accompagnano a ciò che si può e si dovrebbe fare, per essere ciò che, paradossalmente, è la nostra vera natura e realtà. Mi sembra dunque importante anticipare qualcosa sul processo grazie al quale è possibile uscire alla vita, tornare al Reale: paradossalmente è qualcosa di semplice, di così elementare che viene dato per scontato e, di conseguenza, viene sminuito e resta inutilizzato. Si tratta di osservare: una semplice presenza attenta al proprio agire, azione dopo azione, gesto dopo gesto, pensiero dopo pensiero. In questo sta la trasformazione, il cambiamento; non in un miglioramento, non in un ideale di bene, di buono, di bello … perché così si ricadrebbe nella dicotomia del “santo e del peccatore”, e le due cose (la famosa dualità che tiene prigioniera l’intera umanità), in realtà, non possono non accompagnarsi: se all’esterno metteremo in scena l’una, all’interno saremo inevitabilmente l’altra … e il fatto che il lato oscuro dell’essere non venga messo in mostra, venga tenuto occultato, non fa molta differenza, all’occhio della coscienza …
… Applicarsi a questo sottile esercizio della consapevolezza, che sull’osservazione attenta e consapevole si fonda, permette a quel riconoscimento della propria falsità di diventare il seme di una rivoluzione che non ha confronti con qualsiasi altra conquista fatta o possibile. Infatti, essere perennemente un “testimone” di se stessi permette d’imparare ad osservare e a osservarsi da un’angolazione nuova, più intima e più profonda: trascendente. Cioè riuscire ad andare oltre la propria mente. Potrebbe non essere qualcosa d’immediato … probabilmente richiede pazienza e costanza, ma solo perché siamo abituati a perderci, lasciandoci coinvolgere da azioni, pensieri, emozioni e sensazioni. Eppure, posso testimoniare che, ad un certo punto, qualcosa “scatta” e, improvvisamente si riesce a “vedere oltre i propri schemi” ed i propri modelli esistenziali: qualcosa ha toccato finalmente la nostra coscienza, l’ha impressa con il marchio della consapevolezza … da lì in poi è possibile estendere quella coscienza a tutto il proprio esistere, riconoscendo ed accettando anche la menzogna che si è stati, e che ancora si torna ad essere, senza remore o sensi di colpa.>> …
Fonte: prefazione di Swami Anand Videh al libro: “OSHO – Yoga della comprensione interiore”. © 2007 Oscar Mondadori (ISBN 8804570806, pag 8-9)
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